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Sveva Avveduto

Silvia Mattoni, Roma 13 aprile 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo a Roma da sempre. Sono una giornalista professionista ed esperta di comunicazione istituzionale e d’emergenza oltre che di divulgazione della Scienza. Attualmente sono la responsabile dell’Unità Comunicazione e Relazioni con il Pubblico del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’Ufficio si compone di 34 unità distribuite tra Roma e Genova.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Ho 53 anni, e sono una donna.


3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


Se prima i miei tempi erano rigorosamente scanditi da appuntamenti di lavoro/eventi, visite a mia madre e lezioni di flamenco, ora le giornate scorrono tutte uguali. Passano le ore e non me ne rendo conto. Così come per i giorni della settimana. Il lunedì è come la domenica… Sono in collegamento continuo con i colleghi dell’ufficio e con la rete scientifica del Cnr.

In questa situazione di lockdown, infatti, l’unica cosa da fare era cambiare e in fretta il modo di fare comunicazione e divulgazione della scienza. Così, insieme al mio team, ho iniziato a pianificare una intensa programmazione sui canali social dell’Unità, alcuni attivati addirittura per l’occasione, con nuove rubriche (lezioni di scienza per tutte le età, cartoni per bambini, animazioni etc.), dirette live streaming (Comincs&Sciences, #TuttiInRete, #TuttiinMusica, etc.) e progetti di Citizen Sciences. Con lo stesso spirito abbiamo aiutato anche “Il grande Cuore della Serie B” per sostenere la ricerca del Cnr sul coronavirus.

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Tutto! Esco solo una volta ogni due giorni per andare a fare la spesa. Mio marito, chirurgo in un ospedale della capitale, lo vedo pochissimo per evitare possibili ed eventuali contagi. Su fb seguo le lezioni di flamenco, ma non riesco ad allenarmi in casa. La mia passione è troppo rumorosa!!! Per il resto, riesco ancora ad essere presentabile…

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Pensavo di leggere molto e guardare alcuni film che avevo perso al cinema. Ma non ci sono ancora riuscita!

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con i colleghi…


7. Dove vorresti essere adesso?


Al mare! Sulla spiaggia


8. Cosa ti manca di più?


Non poter uscire, non poter vedere mia madre e i miei fratelli. Non poter organizzare cene con i miei amici. Non poter ballare…

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


La solidarietà dei colleghi. A volte abbiamo lavorato fino a sera tardi, di sabato e di domenica.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Aver passato molto tempo con i miei 3 figli.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Di sicuro porterei le nuove esperienze lavorative. Vorrei, invece, dimenticare tutte le notizie dolorose e le immagini drammatiche di questo brutto periodo.


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Ho notato una maggiore sensibilità nelle persone. Quanto durerà, una volta finito tutto?


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