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Maria Cristina Antonucci, Roma 24 marzo 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?

Vivo a Roma, sono ricercatrice in scienze sociali al CNR.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere

Meno di 50 anni.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?

Le mie abitudini di lavoro sono cambiate molto: passo molto tempo da sola a svolgere attività di lettura, approfondimento, ricerca, mentre prima queste attività venivano svolte in un gruppo, con cui, per fortuna ci sentiamo ancora tramite email e social. Anche il tempo dedicato al lavoro è cambiato molto: per non smarrirmi nell’indefinitezza di questo periodo, cerco di darmi delle unità di tempo da dedicare a determinate attività (1 ora di letture, 10 minuti di pausa, 1 ora e mezza di scrittura, 10 minuti di pausa, 1 ora di conversazioni Skype e 10 minuti di pausa). Questo mi aiuta a cercare di tenere un ritmo definito per le giornate.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?

Molti aspetti sono cambiati: stando quasi sempre a casa, mi sono dedicata a cercare di mettere ordine in carte, documenti e pratiche. Ho provato anche a dedicarmi di più alla pulizia domestica, ma senza eccessi di entusiasmo.

Per la socialità, cerco di sentire i parenti con cui avevo rapporti più frequenti e gli amici di sempre ogni 2/3 giorni per una chiacchierata, cercando di non pesare troppo sulle difficili routine di vita di ognuno. Ho sperimentato difficoltà nella cura dei miei genitori anziani: faccio loro la spesa e sbrigo le pratiche urgenti, ma resto a debita distanza per evitare i rischi di contagio.

Per la cura della persona e dell’alimentazione non ho modificato molto i miei comportamenti rispetto al passato (almeno fino a che la scorta di cibi e prodotti per l’igiene e la cosmetica resiste).

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?

Non ancora.


6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?

Con gli amici di sempre. Con il partner.

7. Dove vorresti essere adesso?

Su una spiaggia greca, che per me significa essere senza alcun pensiero o preoccupazione al mondo.

8. Cosa ti manca di più?

La possibilità di viaggiare e spostarmi senza restrizioni.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?

Al sentirsi più spesso con le persone importanti della mia vita.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?

Ad una certa dose di concentrazione e isolamento rispetto ad una vita sociale troppo frenetica (specialmente la sera, dopo la fine delle incombenze del giorno).

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?

Temo che dopo cambieranno molti atteggiamenti (salutarsi con un abbraccio, darsi la mano all’atto della presentazione) che ci connotavano, come una forma di socialità aperta e spensierata.

12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?

Al termine di questa esperienza vorrei portare il ricordo che ogni sacrificio fatto abbia avuto un senso e sia servito davvero a superare questa fase.

Non dimenticherò mai la sensazione di incertezza che questa situazione ha portato nelle nostre vite.

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