1. Dove vivi? Che lavoro fai?
Genova.
2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere
51-67.
3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?
Lavoro molto più a lungo, ma da casa.
4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?
Mi alzo leggermente più tardi (7.30); gestisco la mia vita sociale al telefono o via internet; casa e persona sono curate come prima, l’abbigliamento è senz’altro più casual; l’alimentazione ha virato sui piatti prodotti in casa a base di verdure, quindi la qualità è molto migliorata.
5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?
Certo; leggere, scrivere, guardare film, curare il giardino e l’orto, una routine quotidiana di esercizi fisici.
6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?
Con me stessa; ho il grande privilegio di lavorare da casa, pagata, poter riflettere sul mondo e su me stessa.
7. Dove vorresti essere adesso?
Qui sto bene.
8. Cosa ti manca di più?
Poter viaggiare come prima, liberamente.
9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?
La solitudine.
10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?
Risposta la cura del quotidiano: pensieri, cibo, piccole attività fisiche.
11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?
Vorrei che mi fosse possibile mantenere la routine di adesso (esercizi, concentrazione, regolarità) ma già so che sarà molto difficile.
12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?
Negli altri: grande ansia rispetto alla solitudine e all’isolamento; paura della malattia, della morte da soli.
Domande a me stessa: che bisogno ho del contatto con gli altri? Più della frequenza, mi manca la dimensione fisica, sorrisi abbracci. Il dover stare separati influisce anche su quello che ci si dice.
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