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Sveva Avveduto

Roberta Favia, Venezia 30 marzo 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo a Venezia e lavoro sia come operatore con varie mansioni nel Museo ebraico di Venezia sia come esperta di letteratura per l’infanzia attraverso un blog e corsi di formazione on line e off line.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Ho 40 anni e sono donna.


3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


In queste settimane sto lavorando da casa e quindi è cambiata la mia mobilità ma essendo le mie mansioni prevalentemente di progetto e comunicazione web non molto è cambiato nei contenuti. Sono saltati ovviamente la parte di rapporto col pubblico e tutti i corsi fisici.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


È cambiata solo la socialità. Non potendo uscire e anche una parte di cura della persona non potendo andare dall’estetista ma nulla di importante.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?

Sì le risistemazione e pulizia di fondo della casa e del giardino


6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


I miei figli.


7. Dove vorresti essere adesso?


Dove sono.

8. Cosa ti manca di più?


Le passeggiate con e senza cane e le gite.



9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Non mi pare.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Il tempo per i miei studi ma non è una scoperta!

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Si tornerà a lavoro e invece preferire continuare a lavorare da casa ma per scelta. Non vorrei dimenticare nulla.



12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Francamente non credo ci siano stati cambiamenti ma sono solo emerse necessariamente tendenze preesistenti specie nella cura di bambini e ragazzi verso i quali molte famiglie si trovano in difficoltà di gestione del tempo fisico e della relazione familiare. Una crescita esponenziale dell’uso del web da cui sarà difficile regredire e che può portare ad ulteriori impoverimento e stereotipi e culturali.


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