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Sveva Avveduto

Paola Centomo, Lombardia 30 marzo

1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo in Lombardia e sono una giornalista.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Da 51 a 67. Femmina.


3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?

Non ho mai smesso di lavorare, ma sto decisamente più in casa, che è sempre stata perfettamente attrezzata per lo smart working. La mia routine è certo cambiata, ma non in maniera improvvisa, né tantomeno drammatica, come è invece successo a molte amiche professioniste.

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Leggo moltissimo, vedo molti film e serie tv, contatto le amiche con whatsapp, chiamo frequentemente nel corso della giornata i genitori anziani, usando anche le videochiamate. Cucino. Ho seminato nuovi fiori. Appeso ritratti e opere che stavano da anni chiusi nei cassetti. Ho amato molto riordinare casa durante i week end e sbarazzarmi di cose ormai inutili. L’ho fatto con la sensazione che l’enormità dell’evento che tutti stiamo vivendo ha fatto improvvisamente invecchiare molto di quello che ci circonda.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Sto studiando su un progetto importante.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con le persone che ho sempre amato. Tutte. In maniera profonda. E con i miei splendidi animali, un cane e un cavallo.


7. Dove vorresti essere adesso?


Su una vetta innevata, con compagni di cordata, a goderci come matti il cielo azzurro e l’aria pungente.

8. Cosa ti manca di più?


La libertà. La leggerezza. La mobilità. Le corse nel bosco con i miei animali, i pranzi fuori con le amiche, gli eventi ricchi e numerosi di Milano.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


L’ambizione, come cittadina, di lavorare per un Paese più moderno, più giusto, più responsabile.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Per ora prevale l’attesa, l’incertezza, il senso di vuoto. Il “dopo” ci restituirà la limpidezza di pensieri che oggi riusciamo appena a tratteggiare.


11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Non credo dobbiamo sforzarci di ricordare o di portare con noi alcunché: dentro è già successo tutto. Il tempo ci aiuterà a elaborare.


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


E’ un tema che non mi sono ancora posta. Ma conto in un impegno responsabile e collettivo per continuare, tutti insieme, a lavorare per il bene comune.

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