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Orsetta Gregoretti, Roma 30 marzo 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo a Roma e lavoro all’organizzazione di eventi culturali.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Ho 56 anni.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?

Totalmente cambiati abitudini e tempi di lavoro, io lavoro a Roma nello staff del direttore Artistico e fondatore del Bif&st Bari International Film Festival che si doveva svolgere a Bari dal 21 al 28 marzo 2020. Era dunque tutto organizzato dall’ospitalità di artisti internazionali, all’invit dei film selezionati Italiani e Internazionali, alle master classes organizzate al Teatro Petruzzelli con ospiti internazionali e con le eccellenze del nostro cinema italiano, retrospettive, laboratori sui mestieri del cinema, e molto, molto altro, tutto era pronto, mancavano poche cose ed eravamo pronti a trasferirci da li a poco a Bari quando a causa COVID 19 ci siamo dovuti invece fermare.

Abbiamo dovuto lavorare da casa a quel punto per smontare il festival, per comunicare tutto ai nostri ospiti, ai fornitori, per recuperare il più possibile rimborsi sui biglietti già emessi.

Insomma smontare un evento pronto per iniziare è un altro lavoro.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


E’ cambiato più o meno tutto le abitudini quotidiane ormai sono dettate da momenti di paura a volte gestibile e razionale a volte eccessiva e irrazionale.

Svago è diventato scegliere i film su Netflix e pulire casa

Cura della persona uguale a prima ma senza trucco e orecchini

Alimentazione possibilmente sana, come provo a far sempre, un poco ridotta naturalmente per il poco movimento.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Non ho voglia di fare cose che mi ripromettevo forse per scaramanzia ma più probabilmente perché se le ho potute rimandare non erano necessarie

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con me stessa e le persone che amo, a volte però le opprimo con la mia ansia da COVID 19. Voglio fare io le cose perché per educazione, sensibilità, o forse ammetto per senso di superiorità di forza fisica, ho sempre messo gli altri avanti a me.

7. Dove vorresti essere adesso?


Dappertutto.


8. Cosa ti manca di più?


La certezza.


9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Ho sempre dato importanza al benessere comune come continuo a fare.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Mi sorprendo ad avere la mia scala di valori intatta, spero, come credo, sana.


11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Attenuata l’urgenza COVID19 immagino cambierà la mia situazione lavorativa, sicuramente con tutte le macerie che l’Italia affronta ed affronterà il lavoro da libero professionista sarà penalizzato.

Vorrei portar con me il silenzio

Vorrei dimenticare tutto, ovvero quello de il COVID19 è un periodo brutto, ma il periodo è brutto da anni, l’Italia è un paese che negli ultimi anni ha visto anteporre il profitto, pensiamo alle USL diventate ASL, al patrimonio di umanità che vi era sempre stato soprattutto nella sanità pubblica per proteggere noi stessi e i più deboli e che ci faceva grandi.


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Gli altri non li vedo, come richiesto dal premier Conte .

Vedo però e vivo serenamente con mio marito, che essendo più grande di me, tratto come un cristallo da proteggere in questo terribile momento pieno di scossoni!


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