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Luisa Martinelli, Trento 24 aprile 2020

Sveva Avveduto

1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo a Trento e sono ex insegnante di tedesco in pensione.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Sono una donna di 66 anni. Ogni volta per dire la mia età devo pensarci un pò e ogni volta mi stupisco che il tempo passi così velocemente da un anno all’altro.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


A causa del coronavirus resto molto più tempo in casa, non gioco più a tennis e non faccio più shopping, uno dei miei sport preferiti.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Ora trascorro moltissimo tempo al computer per leggere giornali online, guardare film e documentari su Raiplay, per curare il mio sito web (un po’ meno di prima) e per scrivere un diario quotidiano sul “periodo del coronavirus”. Uso molto più di prima lo smartphone per chattare con amiche e per controllare Facebook e WhatsApp. Leggo molti e-books (ma questo lo facevo anche prima) e faccio ogni giorno 20-30 minuti di pilates in casa, mentre prima andavo in palestra un’ora in settimana. Occupo parte del tempo libero facendo piccoli lavori creativi di cucito e rielaboro vecchi filmini che aveva fatto mio padre alla famiglia più di 50 anni fa; soprattutto questa attività richiede molto tempo, ma mi dà soddisfazione. Per la gestione della casa e l’alimentazione, tutto è come prima. Novità sulla mia persona: non potendo andare dalla parrucchiera per fare la tinta, credo che proverò a farmi crescere i capelli con il colore naturale: a breve avrò i riccioli bianchi!

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Ho cercato per l’ennesima volta di approfondire lo studio dell’inglese, ma ho nuovamente desistito: ho già parecchie cose da fare!

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con la natura che si sta risvegliando in primavera e mi infonde buonumore e pace. Per fortuna vado d’accordo con mio marito, segregato in casa con me.

7. Dove vorresti essere adesso?


A fare un giro con il mio camper

8. Cosa ti manca di più?


Mi mancano le gite, le passeggiate in montagna, le partite di tennis.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Ho sempre considerate importanti la libertà e la salute, ora forse ancora di più.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Ho riscoperto, tramite i social network, vecchie amicizie che non sentivo da vari anni e con cui ho riallacciato i contatti. Mi piacerebbe mantenerli anche in seguito.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


In questo periodo ho iniziato a scrivere un diario, cosa che non facevo più da quando avevo 16 anni, e questo mi costringe a riflettere su quello che succede e ad osservare con più attenzione quello che sto vivendo; quando tutto sarà finito penso che leggerò volentieri quello che ho scritto “al tempo del coronavirus.” Probabilmente quando si tornerà alla “normalità” non avrò più voglia di tenere un diario.


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Già all’inizio di marzo, quando il virus era diventata una realtà anche in Italia, mi sono stupita di come amici e amiche abbiano iniziato a usare freneticamente i social, postando memo, notizie, barzellette, stupidaggini di ogni tipo per sdrammatizzare la situazione. E neppure io ero da meno. Cosa che in tempi normali non ci saremmo mai sognati di fare. Anche adesso l’uso dei social è nettamente superiore a prima del virus. Quasi tutti quelli che conosco vivono la situazione abbastanza tranquillamente, con maggiore sofferenza e irritazione chi ha ancora figli in casa, chi ha figli o nipotini che non può vedere di persona, o chi era abituato a passare fuori casa molto tempo per lavoro. In fondo siamo quasi tutti persone privilegiate, con appartamenti sufficientemente grandi e senza problemi finanziari. Penso spesso con molto dispiacere alle persone che hanno perso il posto di lavoro o che hanno dovuto interrompere l’attività lavorativa, con gravi perdite finanziarie.

 
 
 

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