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Lucia Votano, Roma 30 aprile 2020



1. Dove vivi? Che lavoro fai?



Vivo a Roma. Ricercatrice in fisica astro-particellare

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


oltre i 67

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


Ovviamente molto è cambiato, è vero tuttavia che anche in precedenza lavoravo stando parecchio a casa. Sono, infatti, formalmente in pensione, pur continuando a essere associata all’INFN e a svolgere attività di ricerca nell’ambito dell’esperimento JUNO sui neutrini. Per fortuna la tecnologia ci consente di poter continuare a lavorare, anche se con molte ovvie limitazioni.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


La cura della casa mi sta prendendo molto più tempo perché la signora che mi aiutava in questo momento ha preferito non venire. Anche le file ai supermercati o davanti alle farmacie contribuiscono ad aumentare molto la percentuale di tempo dedicato a soddisfare i fabbisogni primari. E’ un po’ come tornare indietro a un’epoca in cui questo era normale e ci si rende conto di quanto abbia progredito la vita soprattutto delle donne. Si potrebbe dire con una battuta: immagina come sarebbe la nostra vita se dovessimo anche coltivare quello che mangiamo o andare a caccia per procurarci le proteine! Mi sono sempre ritenuta fortunata per aver potuto dedicare molto tempo alla mia attività di ricerca, un mestiere faticoso ma tutto considerato piacevole, e i cambiamenti del ritmo delle nostre giornate me lo hanno ricordato.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Un po’ si, ma non troppo. Come molti, sento anche io questa sensazione di sospensione del tempo, alimentata dalle preoccupazioni per il presente e per il futuro, che ti toglie entusiasmo nell’intraprendere nuove attività. I contatti poi via video conferenze sia di lavoro o di associazioni cui faccio parte, oppure via whatsapp, etc. assorbono una buona parte della giornata. Dedico anche un tempo maggiore alla lettura dei giornali per i quali ho fatto l’abbonamento on line. Mi sono anche organizzata per raccontare a distanza le fiabe ai miei nipotini.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Oltre ai familiari come già dicevo, con gli amici e i conoscenti con cui riesco a ragionare sul presente e sul futuro.

7. Dove vorresti essere adesso?


Con la famiglia di mio figlio.


8. Cosa ti manca di più?


L’attività sociale con gli amici, i concerti dal vivo.


9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Direi di no, probabilmente avvertiamo di più l’importanza di quei valori che già ci appartenevano o troviamo più piacere in cose che erano considerate normali. Ad esempio qualche giorno addietro ho assistito via videoconferenza a un seminario organizzato dal Gran Sasso Science Institute, è stata una boccata di aria fresca nella monotonia della giornata per qualcosa che prima era considerata solo routine.

10. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Spero che almeno per un po’ rimarremo consapevoli del valore della vita, della buona salute, degli affetti e delle amicizie vere, dell’importanza della solidarietà tra gli esseri umani e di quanto possa essere piacevole il nostro lavoro.


11. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Forse non è la risposta puntuale alla domanda, ma vorrei esprimere quello che mi auguro. Sappiamo che le gravi crisi sono occasioni d’oro per cambiamenti profondi di noi stessi e della società. Mi auguro che tutti noi cittadini d’Italia ci rendiamo conto, e che ce ne ricorderemo sempre nel futuro, dell’importanza della sanità pubblica, della scuola, della ricerca, della solidarietà. Bene riscoprire l’inno nazionale, ma cerchiamo di avere un più profondo senso dello Stato e di agire di conseguenza. Ogni euro che sottraiamo allo Stato evadendo o eludendo le tasse, rubando, corrompendo o lasciandoci corrompere, ogni volta che ci adoperiamo per far passare avanti i meno meritevoli e competenti per ragioni clientelari e di interesse personale, ogni giovane che varca la frontiera per cercare lavoro senza che noi ce ne preoccupiamo, ogni volta che ci dimentichiamo del bene comune, tutto questo presto a tardi si rivolta contro di noi.

E’ anche l’occasione perché tutti i cittadini europei si rendano conto dell’importanza di essere parte dell’Unione Europea e di come occorra rifondarla e rilanciarla. La grave emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19 sta mettendo drammaticamente in evidenza i limiti della natura intergovernativa del processo decisionale europeo che potrebbe mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’UE. L’ora grave richiede un superamento degli attuali regolamenti per consentire azioni comuni che siano efficaci e rapide nell’interesse di tutti i Paesi, e non solo nei momenti di crisi. Abbiamo bisogno di un rilancio dell’Europa sul piano della produzione di nuova Conoscenza (Scuola, Formazione e Ricerca), in materia di politica estera, migrazioni, fiscale, difesa. E’ adesso il momento per prendere decisioni coraggiose e lungimiranti all’altezza del momento storico che stiamo attraversando, se lo mancheremo, sarà la fine dell’UE.



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