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Sveva Avveduto

Iaia Masullo, Napoli 1 aprile 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Vivo a Napoli e sono ricercatrice di un istituto di ricerca di fisica.


2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


51-67 anni.


3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


Mi sveglio più tardi e quindi inizio il lavoro programmato più tardi. Ho giornate stracolme di meeting via internet e altre un po' per pensare e studiare. Non ho il confronto in laboratorio con le persone e mi manca….

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


A parte la sveglia più tardi, sto di più con mio figlio, pranzo e ceno con lui. Pranzo qualcosa sempre, cosa che spesso saltavo prima per tempi di lavoro incastrati. Ho ritrovato il tempo di cucinare cose che richiedono manualità e tempi più lunghi, come quando mio figlio era piccolo. Mi dedico di più alle mi piante. Sto facendo yoga con vari gruppi di amiche su diverse piattaforme internet per cercare di farle stare meglio. Telefonate sparse anche a persone che non sentivo da tempo.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Più cura del giardino.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con mio figlio e alcune amiche.

7. Dove vorresti essere adesso?


Al mare.


8. Cosa ti manca di più?


Sentirmi libera di uscire e allontanarmi quanto voglio per abbracciare chi voglio.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


L’importanza di legami intorno ad uno scopo comune. Non bastano i legami affettivi, spesso occorre costruire insieme una cosa e quella ti lega in maniera diversa. Questo resiste molto in questi giorni.



10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Ad un maggior rispetto del tempo da dedicare a coloro a cui voglio bene. Costruire progetti con altre persone.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Non vorrei dimenticare le solitudini di tante persone, le lotte per il cambiamento nel modo di vivere, di sfruttare la terra. Non vorrei dimenticare che ho imparato ad apprezzare che molte cose si possono rimandare. Ora me lo sento dentro, nell’anima. Che abbiamo bisogno moltissimo di momenti sociali.

Non dimenticherò come mio figlio gestisce il suo tempo, la sua calma, la sua solare capacità di ridere di cose semplici con gli amici e la ragazza lontana.


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


L’insofferenza di alcuni giovani, non abituati a stare in casa. Alcun* stanno apprezzando di più il tempo del lavoro o dello studio. Ci sarà una nuova povertà che dovremo superare non accetando più lavori in nero, sanità depauperata, scuole con pochi mezzi. L’arrangiarsi è un’arte ma un paese civile non può sostenerla oltre un certo limite.

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