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Elisabetta Castiglioni, Roma 29 marzo 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?

Ufficio stampa e pubbliche relazioni.


2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere

51


3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


Il tipo di lavoro è lo stesso (virtuale, telematico) ma le cose da promuovere sono cambiate: non più eventi dal vivo e occasioni per interagire con le persone (conferenze, convegni, concerti, presentazioni di libri, mostre…), ma simulazioni virtuali di esperienze culturali home made ai tempi del coronavirus.

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Ho ripreso a cucinare cose diverse e a condividere l’esperienza della famiglia a tavola, con tempi più rallentati.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Leggere più libri per alimentare la testa e condividere film con i figli con cui non riuscivo neanche più ad andare al cinema.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con le persone, con tutte, indistintamente.


7. Dove vorresti essere adesso?


Esattamente qui, ma sapendo che fuori procede tutto bene.


8. Cosa ti manca di più?


Uno dei figli, a Milano da solo e attualmente senza lavoro.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


La priorità della famiglia, le coccole del mio cane.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


L’ascolto.


11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Il tempo sospeso… e cercare di recuperarlo ma senza strafare.

12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


La maggioranza delle persone che ho sentito si lamenta ed è pessimista nel lavoro: molti temono la recessione e la microcriminalità nel quotidiano. Non avevo mai pensato che le persone possono arrivare ad uccidere per un pezzo di pane…. Penso che psicologicamente tornare a fare il tipo di vita che si conduceva, nel bene e nel male, non sarà più possibile… ma ci abitueremo anche a questo se sapremo continuare ad essere noi stessi (dentro).


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