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Claudia Pesce, Mantova 27 aprile 2020

1. Dove vivi? Che lavoro fai?

Abito a Mantova, in centro città. Lavoro come impiegata presso il Ministero di Giustizia di Mantova.


2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere

Sono una donna di 53 anni.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?

I miei tempi da frenetici sono davvero molto rallentati sia nel mio quotidiano che sul lavoro.

A noi dipendenti non è permesso fare il lavoro agile e terminate le ferie in modo alternato con le altre colleghe sono sempre al lavoro. Il lavoro si è molto ridotto in quanto molte delle nostre attività sono state sospese.

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Le mie abitudini sono molto cambiate in vari aspetti. Prima seguivo saltuariamente dei corsi, delle conferenze su vari argomenti, mostre, cinema e teatro. Anche tutti gli impegni di gestione familiare mia e dei miei genitori che gestivo si sono ridotti. Ora c’è solo il lavoro dove mi reco con la mia bicicletta e sono dieci minuti d’aria liberatori sia all’andata che al ritorno mentre quando vado a fare la spesa una volta o due alla settimana i minuti di bicicletta che separano il supermercato dalla mia abitazione sono vissuti col terrore di essere fermata per un controllo.

Lo svago ora prevede pulire la casa, pitturare finestre e sedie, riordinare il garage con la famiglia. Mia figlia mi ha aiutato tagliandomi i capelli e facendomi la tinta, altro non è molto cambiato per la cura della persona.

Con gli amici mi tengo in contatto con messaggi, chiamate o videochiamate semplici no aperitivi o cene sul web. Sono riuscita a fare qualche collegamento su piattaforma per seguire alcuni corsi.

Purtroppo anche l’alimentazione è cambiata. L’insoddisfazione e la prolungata permanenza in casa portano ad avere più appetito ed anche la curiosità di provare nuove ricette. All’inizio del periodo restrittivo si mangiava molto di più, sperimentazioni varie da dolci a pane fatto in casa, marmellate ecc. Ora si è tornati ad una alimentazione più sana con meno dolci e meno carne, come era prima. Stiamo mano a mano tornado almeno culinariamente alla nostra normalità familiare.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Purtroppo mi sono resa conto che nonostante il maggior tempo libero non ho molta voglia di fare ciò che per svago o desiderio personale mi ero ripromessa da tempo. Ho pensato un po’ alla casa ed a stringere maggiori relazioni con parenti lontani per gestire varie problematiche familiari.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Con mia cugina con cui mi sento spesso ed alcuni amici.

7. Dove vorresti essere adesso?


Ovunque ma anche qui dove sono ora. Non ha importanza il luogo. L’importante è stare bene e sentirsi liberi di uscire di casa, rientrare ed uscire nuovamente. Avere la possibilità di vedere le persone che ami e stimi, non importa dove. Stare in compagnia con i miei affetti, dal mio punto di vista, esula dal luogo trendy o dal panorama mozzafiato.

8. Cosa ti manca di più?


La libertà di fare ciò che voglio e quando voglio. La serenità. La possibilità di gestire la mia vita.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Ho scoperto che andare a lavorare è una buona abitudine alla tanto amata e desiderata pensione. Forse, nonostante i tanti hobbies e passioni che ho, sarò in futuro una pensionata che rimpiangerà il luogo di lavoro che nonostante tutto è sempre un luogo aggregativo.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Coi miei tempi ho fatto sempre ciò che mi interessava ed approfondito ciò a cui tenevo quindi dopo continuerò maggiormente nei miei vari percorsi.


11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


DOPO questo agognato dopo… il mio idillio familiare salterà sicuramente perché la mia adolescente vorrà tornare a vedere le amiche, fare sport, socializzare mediante cene e feste. Mio marito tornerà a fare sport ed a lavorare maggiormente. Loro mi mancheranno di più. Ora vivo questo momento con grande tristezza per ovvi motivi ma una piccola gioia nel cuore è quella di avere anche se forzatamente la mia famiglia vicino a me. Non saprei cosa vorrei portare come me di questa esperienza, ciò che non voglio dimenticare è questo sconforto, questa paura, l’isolamento e il tradimento delle istituzioni, delle informazioni contrastanti, della privazione dell’identità personale ed intellettuale. Vorrei ricordarli per poter essere più forte e più consapevole.

12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Non vedo molto cambiamento caratteriale nelle persone a me vicine. Alcune sono più scosse ed altre più scettiche. Vedo con stupore che le persone si sono rese conto che siamo un tutt’uno, che siamo tutti correlati. Ciò che io affermavo da tempo. Le domande che mi pongo sono infinite e riguardano tutte il futuro mio e di mia figlia adolescente e di tutta l’umanità. La disperazione di chi perderà il lavoro. Il cambiamento di tutti noi esseri umani e della società a livello mondiale.

Quello che maggiormente mi ha stupito che in una piccola città ci si conosce un po’ tutti e che il saluto è diventato più mogio. La fila al supermercato non è più fonte di socializzazione, nessuno parla con l’altro e nonostante la distanza ci si schiva l’uno con l’altro. La mimica facciale è paralizzata dalle mascherina di protezione. C’è silenzio. La paura ammutolisce. Anche questo è molto triste.

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