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Sveva Avveduto

Marco Casula, NY-ALESUND, Isole Svalbard 7 aprile 2020

Aggiornamento: 8 apr 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Sono originario di Mestre in Provincia di Venezia, ma al momento mi trovo a NY-ALESUND a 79°N nelle Isole Svalbard. Mi chiamo Marco Casula, sono un Tecnico dell’Istituto di Scienze Polari del CNR e sono lo Station Leader della Stazione Artica Dirigibile Italia del CNR.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


Maschio, 28 anni

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


Le mie abitudini lavorative non sono cambiate di molto attualmente. Sto portando avanti come da programma tutte le attività di campionamento e le manutenzioni strumenti oltre ad altre attività di ricerca extra.

Il lavoro anziché calare si è intensificato a causa del fatto che siamo pochi ricercatori in questo centro di ricerca internazionale e che io sono l’unico Italiano.


4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


La cucina norvegese è abbastanza diversa dalla nostra, ma tutto sommato non mi dispiace e mi fornisce le giuste energie per affrontare la giornata.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Penso che quando questa emergenza sarà finita mi prenderò qualche vacanza in più. Al momento sto lavorando a pieno regime, ma sto facendo tutto ciò che ho sempre desiderato.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Io sto bene con me stesso e ho un ottimo equilibrio....mi sento in sintonia con le persone che stanno vivendo con me qui a Nya perchè viviamo la stessa condizione da mesi.

7. Dove vorresti essere adesso?


Sono nel posto che amo e sto vivendo con serenità la situazione, anche se un bel sole tropicale e un bel mare non gli disdegnerei.

8. Cosa ti manca di più?


La cosa che mi manca di più è la mia gatta, soprattutto la notte che solitamente dorme con me sul mio cuscino facendo le fusa.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Molte volte certe cose si danno per scontate e la salute dei propri cari è fondamentale

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


Penso che quando tornerò a casa intensificherò le mie sedute di buona cucina….

Ma una buona pizza sarà la prima cosa che mangerò.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Porterò con me le mie certezze: il lavoro che amo, l’amore della mia famiglia, l’affetto dei miei amici e il sostegno dei miei colleghi dell’Istituto di Scienze Polari e non.

12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Penso che questa condizione potrebbe far cambiare molto le abitudini e i comportamenti delle persone.

Mi sono posto molte domande, mi chiedo come facciano le persone a credere a tutto ciò che gli viene rifilato dai media e come sia possbibile che la nostra società faccia fatica a filtrare le notizie.

Mi chiedo come mai si sia data priorità e spazio a mille servizi giornalistici (anche contraddittori), anziché a programmi culturali e a pochi servizi giornalistici con dati reali su quanto sta accadendo per il mondo-

Trovo triste il continuo bombardamento mediatico in cui si parla costantemente di numeri in cui ci si dimentica che quei numeri sono vite.

Mi dispiace sapere di persone che stanno perdendo il lavoro, che non arrivano a fine mese e che hanno perso ogni certezza.

E’ brutto che emerga che la nostra società dva più importanza all’apparire che all’essere.

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