1. Dove vivi? Che lavoro fai?
Buongiorno, vivo a Trieste e mi occupo della segreteria di direzione di un dipartimento.
2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere
Donna, 55 anni.
3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?
Sto cercando di mantenere dei ritmi regolari e da casa, in smart working ammetto che non rispetto l’orario di servizio perché vado sempre oltre, la tendenza è controllare spesso durante tutta la giornata se ci sono urgenze.
4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?
Ho la fortuna di non essere da sola in casa perciò stare al chiuso risulta meno stressante. La giornata inizia come se mi dovessi recare al lavoro solo che invece di uscire mi collego al computer per lo sw. Molta lettura, video chiamate con gli amici o gruppi di amici. Due appuntamenti settimanali con i colleghi della pausa caffè per non perdersi. La casa non è mai stata così splendente ed in ordine come ora perché i primi giorni mia figlia ed io ci siamo fatte prendere dalla smania delle pulizie. Anche la cura quotidiana, per mio padre anziano, risulta vissuta con più leggerezza.
5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?
Mi sono ritrovata con tanto tempo per me perciò ho riscoperto l’amore per i libri e tanto tempo per attività fisica che prima era ridotta al fine settimana. Ho risentito una cara amica lontana che mi ripromettevo sempre di chiamare.
6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?
Mi sento molto più vicina ai miei affetti, figli, padre, amici.
7. Dove vorresti essere adesso?
Anche se alla fine non mi dispiace stare in casa, vorrei essere “fuori”.
8. Cosa ti manca di più?
Mi manca stare in riva al mare e uscire in barca con le mie amiche a vogare.
9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?
Avendo cresciuto i miei figli da sola ho sempre cercato di essere presente e il fatto che mio figlio sia andato ad abitare da solo proprio in questo momento mi fa riflettere ancora di più sul legame che si è instaurato tra noi.
10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?
Non vorrei rinunciare ad avere dei ritmi di vita più lenti e meno stressanti e a potermi ricavare degli spazi personali.
11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?
Spero faremo tutti tesoro di questo periodo e di questa esperienza di “reclusione forzata” che credo ci farà prendere coscienza delle cose importati e bandire le futilità. Per me è stato un grandissimo regalo vivere questi giorni con molta serenità con mia figlia ventenne.
12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?
Vedo che alcune persone sono più arrabbiate di prima e vivono tutto ciò con molta negatività. Ciò che mi turba un po' è che non si riesca a parlare d’altro che questa pandemia in questo periodo e forse ciò non è sano. Troppa insistenza crea una psicosi e non aiuta ad essere positivi. Sicuramente ne usciranno vincenti le persone che si scopriranno più forti di prima. Ciò che mi domando però, a parte quando potremmo riprendere una vita, non come prima, ma speudo normale, ma come sarà cambiata la vita delle persone che avevano un’attività propria o che hanno perso il lavoro. Come pagheremo, in senso economico, tutto ciò e se forse siamo stati impreparati a questo evento.
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