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Arianna Pigini, Roma 11 maggio 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?

Sono Arianna Pigini, sono imprenditrice, vivo a Roma ma il Covid-19 mi ha fatto passare la quarantena al Borgo medievale di un piccolo paese di mare Nettuno. Mi occupo grazie alla mia Associazione di temi riguardanti le tematiche femminili, femminicidio, diritti umani, empowerment femminile, gender equality, la storia della donna e dell’uomo.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere

Ho 45 anni e sono donna. Questa domanda mi fa riflettere sulla questione di divario di genere e mi viene da pensare se sia giusto continuare ancora nel terzo millennio ad accettare che le donne e uomini abbiano una disparità salariare. Vogliamo decidere una data di confine dalla quale partire, che ci sia un primo gennaio dove uomini e donne non abbiano un gap retributivo.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?

Rallentate dal punto di vista imprenditoriale e c’è stata una grande impennata digitale. Ma nel settore femminile non ci sono risultati soddisfacenti….

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?

Non portando il bambino a scuola la sveglia non ha suonato più alle 6. Dovendo seguire il piccolo ho dovuto rivedere le mie necessità, ho scelto di farmi aiutare in casa prendendo uno staff: pulizie e baby sitter. L’alimentazione più curata, fruttivendola con prodotti rigorosamente freschi e di stagione consegnati a casa. No supermercato. Ho partecipato a conferenze on line.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?

Sì certo ho dedicato e continuerò a dedicare tempo alle questioni femminili e a promuovere occupazione elaborando progetti per il bene comune.

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?

Vorrei avere più risposte da parte di tutte quelle donne che si interessano di donne.

7. Dove vorresti essere adesso?

Vorrei essere al Parlamento Europeo per far ratificare la Convenzione di Istanbul.


8. Cosa ti manca di più?

La libertà di spostarsi.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?

Sì il tempo per me stessa.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?

La qualità del tempo, il silenzio, le relazioni sociali.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?

Mi auguro che cambi qualcosa, poiché l’essere umano è facile a dimenticare e non riesce a reinventarsi la vita. Porto con me la necessità di sostenere la ricerca, la scienza affinché non ci trovi impreparati in questa pandemia dove ancora non possiamo leggere la parola fine. Non vorrei dimenticare la solidarietà che si è verificata in alcuni momenti e vorrei vedere quella determinazione nelle istituzioni a favore di tutti i cittadini.

12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?

Non è stato uno shock così forte da percepire un cambiamento negli altri, credono che tutto tornerà come prima. Noto una superficialità generale nelle persone, tutti con le stesse domande, tutti che si abituano a tutto, tutti che si lamentano di tutto ma non è abbastanza per un cambiamento. Aumento della Violenza nelle case, i bambini senza possibilità di seguire lezioni, nessuno pensa ad altri che gli manca anche un solo semplice pasto caldo. L’unica che ha avuto benefici è stata la terra,

O respiriamo noi o la terra.

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