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Sveva Avveduto

Mila D'Angelantonio, Rastignano (Bologna) 11 aprile 2020

Aggiornamento: 27 apr 2020


1. Dove vivi? Che lavoro fai?


Rastignano, piccola frazione di Pianoro, a pochi km dal centro di Bologna. Praticamente abito a Bologna!

Sono in pensione ma come ex-ricercatrice CNR sono associata di ricerca, lavoro in ambito chimico.

2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere


66, sono una donna.

3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?


I miei ritmi giornalieri non sono cambiati, vado a letto e mi sveglio agli stessi orari. Sono molto cambiate le abitudini di lavoro perché alcune cose in collaborazione con altri sono rimaste a metà, materiali e documenti in ufficio. Insomma non sto lavorando, questo è poco bello. A Bologna l'Area della Ricerca CNR-INAF ha chiuso i cancelli.

4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?


Svago inesistente tranne leggere e guardare qualche film (cosa che facevo ugualmente anche prima), socializzazione impossibile tranne tramite qualche chat o telefonata, cura della casa e della persona non cambiate, alimentazione non cambiata.

5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?


Si, ho riordinato alcune carte, ho fatto qualche lavoro di riordino in casa e in cantina ma che noia, io detesto i lavori domestici!

6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?


Non mi sento in sintonia col mondo, direi che l'unico essere col quale mi ci sento è una gatta che da qualche tempo ha deciso che questa è anche la sua casa. In questo periodo inoltre è obbligo stare con i propri familiari, cosa che limiterei (e limito se possibile) al minimo indispensabile.

7. Dove vorresti essere adesso?


Dovunque purché all'aperto, fuori casa. Non sono molto "sociale" nel senso che mi piace molto stare da sola ma ora mi sento in gabbia, obbligata a stare a casa (consapevole che non c'è altro da fare).

8. Cosa ti manca di più?


Poter viaggiare, camminare, fare sport, andare in piscina, insomma uscire di casa liberamente.

9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?


Ho scoperto l'importanza di poter prendere liberamente un autobus o un treno, era così naturale farlo che non capivo il valore della libertà di movimento.

Ho anche scoperto quanto è bella l'assenza del traffico stradale, il silenzio.

10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?


No.

11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?


Mi piacerebbe poter scrivere che ne usciremo migliori ma non lo credo davvero, appena si sarà tornati alla normalità torneremo come prima, forse anche peggio perché incattiviti (qua si sta arrivando a denunciare con foto le persone fuori casa apparentemente senza motivo o essere guardati malissimo se si va in un negozio a comprare un litro di latte e quel latte ti era finito quindi serviva e questa seconda cosa mi è successa).

Questa esperienza voglio dimenticarla, nulla da portare con me! mi porterò solo l'idea che ci sono state persone meravigliose che hanno potuto dare una mano (in questo periodo avrei voluto essere nel personale sanitario).

Però vorrei non dimenticare atti di generosità, persone che si sono date da fare, personale sanitario venuto dall'estero, da paesi che erano qui da noi quasi disprezzati. Aiuti dall'estero. Scusate ma ci godo a vedere lombardi e veneti assistiti da cubani e albanesi e cinesi ...

Di buono questo periodo ha portato solo l'effetto positivo che questo fermo sta avendo sull'ambiente, silenzio e poco smog nelle città, bello! Spero che tutti ci portassimo dietro le immagini delle anatre nelle fontane di Roma deserta, le papere a spasso per la città, i caprioli nelle strade della periferia di Bologna e i delfini nei porti sardi. La natura che sta riprendendo il suo spazio!


12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?


Gli altri non sono cambiati in meglio, tutti restiamo chiusi nei nostri egoismi come fossimo l'ombelico del mondo. Escludendo ovviamente chi si sta dando da fare e ammalando mentre lavora (penso sempre al personale sanitario, includendo chi lavora nelle pulizie e sei servizi di supporto). Anche il personale dei supermercati, i corrieri, i negozianti che hanno messo fuori dal negozio un cesto o un carrello con il volantino "chi può lasci, chi non può prenda", stanno comparendo anche a Bologna e dintorni!

Ho visto gruppi che continuano ad aiutare chi ha bisogno. Ho contattato la casa delle donne di Bologna, avrei voluto dare un contributo, non è possibile perché giustamente fanno corsi di formazione, io pensavo alle donne maltrattate costrette in casa in questo momento, deve essere terribile. Andrò quando possibile.

Ho anche contattato (volevo farlo da tanto) le "cucine popolari" che a Bologna continuano ad assistere poveri e senza casa, anche qui nulla di fatto, perché non prendono al momento ultrasessantacinquenni (giusto anche questo, siamo categoria a rischio).

Con un gruppo di acquisto solidale del quartiere sto cercando di organizzare una colletta per alimenti o farmaci, spero almeno di riuscire in questo!

Mia figlia sta cucendo mascherine in un gruppo chiamato "le sartine di Bologna".


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