1. Dove vivi? Che lavoro fai?
Vivo nel comune di Cascina, sono insegnante di matematica e fisica.
2. La tua età: sotto i 35 anni; 36-50; 51-67; oltre i 67 anni. Il tuo genere
Fascia 51-67, femmina.
3. Come sono cambiati i tuoi tempi e le tue abitudini di lavoro?
Lavoro molto di più, per seguire nel modo migliore possibile i miei 150 studenti.
4. Cosa è cambiato nelle tue abitudini quotidiane? Nello svago, la socialità, la cura della persona e della casa, l’alimentazione?
Più tempo dedicato al lavoro, ai rapporti con i familiari e con gli amici, alla pulizia della casa. Il tempo dedicato alla cura della persona è rimasto lo stesso. Meno tempo dedicato alla spesa, allo sport, alla lettura e agli svaghi. Piacevole riscoperta dopo cena dei giochi da tavolo con il marito e un figlio, una sua iniziativa.
5. Hai approfittato di questo periodo per fare qualcosa che ti ripromettevi, ma non avevi il tempo di fare?
Riordinare.
6. In questo isolamento con chi ti senti più in sintonia?
Di più con tutti, ma soprattutto con il figlio che è in casa con me.
7. Dove vorresti essere adesso?
Al mare.
8. Cosa ti manca di più?
Gli abbracci.
9. Hai scoperto l’importanza di qualcosa cui prima non davi alcun peso o ne davi meno?
La libertà.
10. Pensi che ci sia qualcosa che hai riscoperto e alla quale non vorrai rinunciare dopo?
I giochi con mio figlio.
11. Cosa cambierà dopo? Cosa vorresti portare con te di questa esperienza quando sarà finita? Cosa non vorresti dimenticare?
Sono pessimista, non credo che ci saranno cambiamenti positivi nelle persone, vorrei che finisse utto al più presto, ma temo che ne pagheremo le conseguenze per anni.
12. Come percepisci il cambiamento negli altri? Quali sono le domande che ti sei posta/o a questo riguardo e alle quali non avevi mai pensato prima?
I ragazzi sono confusi, impauriti, è vero che hanno mezzi di comunicazione che quelli della mia generazione non avevano, ma a loro manca la capacità di staccarsi da questi mezzi e di rilassarsi inventandosi alternative. Mi sono chiesta se sia giusto che ci siano docenti che hanno praticamente smesso di lavorare sostenendo che il nostro contratto non prevede la didattica a distanza e che i presidi non possano imporgliela. Ma mi sono risposta che questa è solo una minima cosa rispetto ai medici che rientrano al lavoro dalla pensione rischiando la vita per salvarne altre, mentre alcuni medici di base nemmeno rispondono al telefono quando chiama una persona ultraottantenne che vive sola, tantomeno si muovono per andarla a visitare.
Comments